Il mio non vuole essere un momento di conclusioni e di bilanci, avremo sicuramente modo di metabolizzare questa sorta di “tempesta” formativa, culturale ed emotiva che ci ha pervasi in questi giorni, grazie alla sapiente regia di Antonio e del suo gruppo e il supporto dello staff di Margherita, ma con una grande partecipazione di tutti voi.
In ogni caso particolarmente soddisfatto per l’andamento dei lavori di questo convegno AIM, solo alcune considerazioni “a caldo”.
Il Congresso ha confermato una forte vocazione collaborativa della nostra Associazione, ove si pensi che, su 98 posters presentati, circa il 50% era legato a studi in cui figuravano più centri AIM tra gli autori, percentuale che sale al 70% ove si considerino anche Comunicazioni orali e Muscle Club, ovviamente più alta, 75%, se viene inclusa anche la sessione di presentazione di studi collaborativi di questa mattina.
Nel complesso, il nostro Congresso ha visto un numero elevato di contributi scientifici, 143, superando il pur rispettabile numero di 135 che aveva peraltro rappresentato il nuovo record alla precedente AIM, XVI edizione, di Lecce.
Disaggregando i suddetti dati e riaggregandoli per tipologia di contenuto scientifico, emerge che la materia clinica miologica subisce nel 75% dei casi un’ampia ma qualificata contaminazione traslazionale, nella stragrande maggioranza dei casi rappresentata da una componente laboratoristica, sia essa di ricerca che applicata, ma anche da altre componenti cliniche e di figure che in maniera multidisciplinare si avvicinano alla materia (neurofisiologia clinica, neuro riabilitazione, bioingegneria e informatica, psicologia).